Entro poche settimane il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti nominerà il prossimo Presidente del Parco Nazionale del
Vesuvio. Come non è mai accaduto prima, decine di
associazioni del territorio si sono unite su un nome, proponendo come proprio rappresentante l'imprenditore agricolo Giovanni Marino. Abbiamo chiesto un incontro al candidato e ne è nata una
lunga e ricca conversazione, che abbiamo ordinato in cinque argomenti principali. Pubblicheremo un tema ogni due giorni, così da presentare in maniera puntuale la storia, le idee e le prospettive
di Giovanni Marino.
Questa è la prima puntata.
Negli ultimi mesi il suo nome è stato spesso evocato in merito alla prossima presidenza dell'Ente Parco Nazionale del Vesuvio. La particolarità è che la sua candidatura è sostenuta da decine di associazioni locali. Da cosa nasce questa esperienza?
La candidatura nasce dall'esperienza del Movimento "cittadini per il Parco", nato nell'aprile del 2010, che in questi anni ha saputo unire diverse espressioni della cittadinanza attiva e dell'associazionismo, dialogando con il mondo delle imprese a cominciare da quelle che operano nei settori dell'agricoltura e del turismo. L'idea e l'obiettivo unificanti del Movimento sono quelli di ridare slancio ed efficacia all'azione del Parco nazionale del Vesuvio, mettendolo in condizione di realizzare i suoi compiti istituzionali di tutela e conservazione della natura e di promozione di uno sviluppo economico e sociale coerente con le finalità dell' area protetta.
A parte l'investitura popolare, quali sono le sue conoscenze del territorio vesuviano e, più in particolare, dell'Ente Parco - delle loro problematiche, delle loro potenzialità - per cui il Ministro dell'Ambiente potrebbe scegliere lei?
Io sono un napoletano trapiantato sul Vesuvio all'età di 11 anni. Da ragazzo i miei amici vesuviani mi hanno insegnato a conoscere il Vulcano, a partire dalle pinete di Trecase, i conetti vulcanici, le colate laviche del 1872, a girare per le campagne. Ero un ragazzo di città e non avevo mai visto una pianta di pomodoro o un vigneto. Un mondo. Dal 2001 faccio l'imprenditore agricolo. La mia è la più grande azienda biologica del Parco e i miei prodotti sono esportati in mezzo mondo. Sapere che oggi a Stoccolma è possibile trovare il pomodorino del piennolo è una cosa che mi inorgoglisce e mi rende felice. Da agricoltore e ambientalista/escursionista credo di avere una buona conoscenza delle problematiche del Parco e delle sue potenzialità. Grazie all'amicizia con molti operatori del settore ho inoltre approfondito le mie conoscenze sul turismo.
Tra i ruoli pubblici che lei ricopre, ne spiccano almeno due: è presidente del “Consorzio di tutela del pomodorino del piennolo” ed è il rappresentante del Movimento “cittadini per il Parco”. Ce ne può parlare?
Il Consorzio di Tutela è stato riconosciuto dal Ministero dell'agricoltura nell'aprile del 2013. E' uno strumento fondamentale per garantire sia i consumatori che gli stessi produttori sulla
origine del prodotto dop e sulla veridicità di quanto leggono in etichetta. Inoltre è uno strumento importante di promozione per far conoscere il prodotto ai consumatori e agli operatori, ma per
la promozione servono fondi e recentemente le disponibilità del Ministero si sono notevolmente assottigliate. Oggi il Consorzio rappresenta circa il 70% della produzione iscritta alla dop e ne
fanno parte una ventina di aziende. Compito del Consorzio è anche quello di convincere sempre più agricoltori ad iscriversi alla dop, prima ancora che al Consorzio.
Cittadini per il Parco è nata per una mia intuizione, anzi è più corretto dire per una mia necessità esistenziale ed insoddisfazione profonda. La necessità era ed è quella di cambiare
profondamente le politiche pubbliche sia del Parco che degli stessi Comuni in materia di ambiente e sviluppo. Non possiamo più sopravvivere, né come cittadini né come imprese. Dobbiamo cominciare
a vivere meglio.
Quali attività ha avviato in seno a queste due organizzazioni per promuovere, da un lato, il pomodorino e, dall'altro, il territorio vesuviano?
Come Consorzio di Tutela, in questo primo anno di vita, ci siamo concentrati specialmente sulla funzione di tutela per prevenire usi impropri della denominazione e assicurare ai consumatori una
corretta informazione attraverso una corretta etichettatura del prodotto. Abbiamo inoltre tenuto più incontri con gli agricoltori per informarli sulle opportunità e la convenienza ad aderire al
sistema della dop. Il pomodorino del piennolo è sempre più richiesto sul mercato e assistiamo al fenomeno molto positivo di figli di agricoltori che ritornano al lavoro dei padri, garantendo il
ricambio generazionale o addirittura al fenomeno di giovani imprenditori provenienti da altre esperienze lavorative che si avvicinano al mondo agricolo. Inoltre, nei limiti consentiti dal nostro
budget (il Consorzio vive dei contributi dei propri soci e al momento non ha ricevuto alcun tipo di finanziamento pubblico) partecipiamo a manifestazioni pubbliche per la valorizzazione dei
prodotti tipici campani in Campania e in Italia.
Come "cittadini per il Parco" invece organizziamo da quattro anni a questa parte, tra maggio e giugno, "Girando intorno al Vesuvio": un fitto e ricco programma di escursioni, visite guidate,
incontri per far conoscere il Vesuvio ai vesuviani e ai napoletani. I nostri eventi spaziano geograficamente in tutti e 13 i comuni del Parco e toccano tutte quelle dimensioni del patrimonio
storico e del vissuto quotidiano che a nostro giudizio vanno valorizzate: agricoltura, buona tavola, archeologia, arte, artigianato, architettura, paesaggio, flora e fauna vesuviane. Una
occasione per conoscere, ricordare, recuperare dall'oblio e dall'abbandono, ripensare lo sviluppo.
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Le puntate successive sono: (2) Un agricoltore per il Parco, (3) L’Ente Parco, (4) Il futuro del Parco, (5) Turismo e sostenibilità.