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26 settembre 2011 1 26 /09 /settembre /2011 20:01

 

IL DOCUMENTO DI GIOVANNI MARINO

cittadini e cittadine, giovedì 8 settembre si è svolta nella biblioteca comunale di Sant’Anastasia la prima assemblea di “cittadini per il Parco” dopo la pausa estiva.

Molti gli interventi. La discussione ha spaziato dalla analisi del percorso sin qui effettuato alle prospettive del movimento, alle azioni da intraprendere nell’immediato.

Una discussione utile perché ricca di stimoli e di proposte e utile anche a definire la identità del movimento. Provo a riassumere i temi, le analisi e le proposte emerse dalla assemblea (ovviamente aggiungendo qualche considerazione personale).

1) è stato detto: “non è stata creata in questi anni nei cittadini residenti la coscienza del Parco”. In altre parole, non si è creata una coscienza “positiva” dell’esistenza del Parco nei cittadini. Ne abbiamo parlato a lungo in questi mesi.

Questa “coscienza”, civica ed ecologica, va alimentata innanzitutto rendendo il Parco fruibile e “godibile” da grandi masse di cittadini.

Vanno create e gestite con accortezza aree verdi attrezzate favorendone la fruizione da parte delle famiglie.

Impedire l’accesso al Parco non può essere la soluzione per tutelare l’area protetta. Bisogna trovare i mezzi e i modi per renderlo fruibile e al contempo tutelarlo.

La rete dei sentieri, oggi completamente abbandonata a se stessa e per lo più non agibile, andrebbe ripresa, valorizzata e promossa innanzitutto alla attenzione dei residenti e dei napoletani.

Bisogna poi sfatare, tra gli operatori economici ma anche tra i semplici cittadini, la falsa idea che il Parco abbia introdotto vincoli urbanistici ulteriori rispetto a quelli preesistenti.

E’ vero, al contrario, che se fosse reso esecutivo con l’approvazione di un buon regolamento, il Piano urbanistico del Parco, in ragione del suo essere uno studio particolareggiato, un vestito specifico costruito sul territorio, a differenza del piano paesistico provinciale, potrebbe offrire maggiori foto-mediano-assemblea.jpgopportunità di sviluppo ai settori agricolo e turistico.

Inoltre il Piano del Parco va rinnovato ogni 5 anni. Potrebbe quindi essere migliorato progressivamente da istituzioni efficienti (ci sono voluti 15 anni per approvare il Piano e non è ancora operativo!).

2) Una proposta interessante: possibile che non si riesca a creare dei punti vendita nel Parco dove i cittadini possano acquistare i prodotti agricoli vesuviani?

Dal vino ai pomodorini, dalle albicocche alle ciliegie del monte Somma, dagli ortaggi alle conserve. Anche questo sarebbe un modo di avvicinare i cittadini al Parco: attraverso i prodotti della sua agricoltura.

3) tutela e sviluppo. E’ intorno a questi due temi che si articola il discorso di “cittadini per il Parco”.

Due temi indissolubilmente legati l’uno all’altro.

Noi non condividiamo, vorrei che fosse chiaro, l’idea astratta che il Parco debba operare esclusivamente per la tutela e la conservazione dell’ambiente.

Non lo prevede la legge nazionale istitutiva dei Parchi nazionali, che affida ai Parchi anche compiti di promozione dello sviluppo, non lo prevede il buon senso.

La tutela e la conservazione dell’ambiente sono indubbiamente un valore in sé, ma anche lo sviluppo compatibile è un valore, un fine da perseguire.

Noi riteniamo che la tutela dell’ambiente sia il presupposto e la condizione per creare sviluppo nella nostra area e pensiamo che il modo migliore per perseguire il fine della tutela sia quello di promuovere uno sviluppo compatibile dell’area Parco: chi può credere, infatti, che una area così fortemente urbanizzata, come quella del Parco del Vesuvio e delle aree limitrofe, possa essere difesa senza essere valorizzata anche come una potenziale fonte di reddito per i suoi abitanti oltre che di benessere psico-fisico?

La difesa del territorio non si realizza solo con il controllo poliziesco e con la repressione dei reati e degli abusi, attività queste, il controllo e la repressione, che vanno comunque potenziate, ma incanalando e dando sbocchi positivi alla enorme pressione demografica e delle attività economiche.

D’altra parte, gli ambientalisti scientifici ben sanno che i livelli di protezione all’interno di una area protetta sono graduati a seconda della fragilità degli ecosistemi e dei delicati equilibri da preservare.

In quasi tutte le aree protette vi sono zone di protezione integrale, dove è vietata pressoché ogni attività umana, e zone a protezione differenziata, dove le attività umane possono svolgersi a determinate condizioni. Si può fare turismo rispettando l’ambiente.

Si può sviluppare l’agricoltura esaltandone la sua “multifunzionalità”. Si possono de-localizzare le attività industriali liberando le aree a monte per altre attività, decongestionando i centri storici e creando servizi e valore aggiunto nelle aree industriali.

Naturalmente questo richiede una visione di insieme e una “governance” territoriale.

Affermare pertanto che “Il Parco non si occupa di sviluppo” è una affermazione di principio erronea da un punto di vista legislativo (e tanto dovrebbe bastare), infondata da un punto di vista scientifico-naturalistico, e fallimentare dal punto di vista della strategia politica di governo.

4) anche all’interno del movimento, in questi mesi, c’è stato chi, spinto dalla drammaticità della emergenza rifiuti (che perdura) o forse perché ancorato ad una visione ambientalista esclusivamente protezionistica, ha ingaggiato una estenuante quanto inutile diatriba sulla gerarchia dei valori e delle priorità tra sviluppo e tutela, o, se preferite, tra tutela e sviluppo.

Siamo tutti consapevoli della contraddizione in termini tra Parco e discarica; siamo tutti coscienti dei gravi rischi per la salute a cui sono state esposte le popolazioni della area boschese e di Terzigno; da imprenditore ho sperimentato sulla mia pelle il contraccolpo negativo di immagine che la perdurante crisi dei rifiuti ha determinato sui prodotti della agricoltura vesuviana come pure è evidente a tutti che le prospettive di sviluppo turistico del territorio hanno ricevuto da questa crisi un colpo mortale.

Vi invito tuttavia a riflettere sulle cause che hanno consentito che il Parco diventasse la pattumiera della provincia di Napoli, e tra le cause c’è senz’altro il mancato sviluppo di una economia alternativa al modello di sviluppo imperante da 50 anni, basato su cave, discariche abusive, abusivismo edilizio, forme di turismo distruttivo dell’ambiente e offensive del paesaggio.

Qui non c’era né un tessuto economico virtuoso, né una coscienza civica e ambientale capace di opporsi alla apertura della discarica.

Non dimentichiamoci che un sindaco, successivamente rieletto, acconsentì alla apertura della discarica. “cittadini per il Parco” vuole lavorare per creare le condizioni affinché, finita l’emergenza rifiuti, si affermi un nuovo modello di sviluppo e di comportamenti collettivi.

4) Perché questo sia possibile, perché si metta in moto un processo virtuoso, “cittadini per il Parco” ritiene si debba agire contestualmente sia sul piano sociale che su quello politico-istituzionale.

Come singoli cittadini e come associazioni ci siamo dati il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica e far crescere la mobilitazione civile sui temi della tutela e dello sviluppo, in una parola sul tema di un nuovo modello di sviluppo, consapevoli che per raggiungere questo obiettivo sia tuttavia necessario recuperare efficienza, efficacia ed una visione comune e lungimirante alle istituzioni interessate, l’ente Parco e i comuni della Comunità del Parco, in primis. Quindi l’azione di stimolo e di pressione democratica dei “cittadini per il Parco” non può che esplicarsi sia sul piano della animazione e mobilitazione sociale che su quello della interlocuzione critica e propositiva nei confronti delle istituzioni.

5) Da parte di alcuni si sono sollecitate anche iniziative in campo più propriamente economico-imprenditoriale e/o dei servizi.

 Personalmente ritengo che un conto sia creare le condizioni, sociali e istituzionali, perché le forze produttive esistenti possano crescere e espandersi, ovvero perché si creino i presupposti favorevoli alla nascita di nuove imprese e nuova occupazione, e questo ci compete, un altro conto sia quello di impegnarci in prima persona come movimento per dar vita a forme di impresa e di attività economica, e questo, a mio avviso, sarebbe improprio per la natura del movimento.

In quanto movimento generalista, ma anche qualora si dovesse decidere di dar vita ad una associazione, “cittadini per il Parco” non può gestire o presentare progetti per iniziative particolari, ancorché lodevoli e meritevoli. Tuttavia nulla vieta ai singoli e alle associazioni che vi aderiscono di intraprendere, da soli o insieme ad altri, cento e una attività.

Se il movimento favorisce l’incontro di esperienze diverse, sinergie e collaborazioni in campo economico e sociale, questo è enormemente positivo.

6) Le proposte per ripartire, schematicamente:

a) organizzare il convegno al MAV, più volte rinviato, con Carlo Petrini e Salvatore Settis, chiamando a raccolta tutta la intellettualità vesuviana e napoletana, per ragionare insieme sul futuro dell’area e sul ruolo che possono svolgere l’ente Parco, gli enti locali, le forze sociali e le forze produttive. In quel contesto presentare le proposte di “cittadini per il Parco”.

b) Dare vita ad un programma di iniziative di animazione territoriale, sul modello di “Girando intorno al Vesuvio”, sui temi del movimento: la bonifica del Parco dalle micro discariche, la lotta all’abusivismo edilizio, la valorizzazione delle aree naturalistiche di pregio e del patrimonio culturale, la creazione di aree verdi attrezzate, la valorizzazione della agricoltura vesuviana ….

c) Fare un'altra cosa


Sul Piano organizzativo: 

a) creare un coordinamento stabile

b) creare una associazione 


 

Sul piano della iniziativa politica:

a) fare del Convegno al MAV una importante opportunità di comunicazione, anche mediatica, e una occasione di interlocuzione con le Istituzioni e la politica

b) scrivere e rendere pubblica (manifesti, stampa, Web) una lettera aperta ai Sindaci della Comunità del Parco, sui temi del Parco, dello sviluppo, della tutela.

c) chiedere un incontro alla Comunità del Parco

d) una combinazione delle proposte di cui sopra.

Di tutto questo ne parleremo, e decideremo, nella prossima Assemblea, che si terrà a Somma Vesuviana mercoledì 21 settembre nella sala Santa Caterina in Piazza Vittorio Emanuelle III alle ore 18,30. Si raccomanda la puntualità e, soprattutto, la partecipazione.

Fate girare.

Saluti Giovanni Marino

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commenti

C
<br /> A proposito delle mia idea di azione sul territorio<br /> http://sansebastianonews.blogspot.com/2011/09/spedizione-pulitiva-la-castelluccia.html<br /> <br /> <br />
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Presentazione

  • : Movimento Cittadini per il Parco
  • : Cittadini per il Parco è un movimento civico costituito da associazioni, imprenditori, professionisti, privati cittadini, che ha per obiettivo la piena e compiuta realizzazione delle finalità istituzionali dell’ente Parco nazionale del Vesuvio , .... vedi documento CARTA DI INTENTI
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